COME E’ NATA NELLA “CHIESA”, L’ADORAZIONE E VENERAZIONE DELLE IMMAGINI ,STATUE ECC..CI FU GRANDE LOTTA NELLA CHIESA,TRA CHI NON VOLEVA L’ADORAZIONE E LA VENERAZIONE DELLE IMMAGINI,E TRA CHI VOLEVA L’ADORAZIONE E LA VENERAZIONE DELLE IMMAGINI.

A voi che disubbidite al comandamento di Dio,facendovi immagini di Gesù,e venerando e adorando immagini,leggete come e’ nata questa eresia.COME E’ NATA NELLA “CHIESA”, L’ADORAZIONE E VENERAZIONE DELLE IMMAGINI ,STATUE ECC..CI FU GRANDE LOTTA NELLA CHIESA,TRA CHI NON VOLEVA L’ADORAZIONE E LA VENERAZIONE DELLE IMMAGINI,E TRA CHI VOLEVA L’ADORAZIONE E LA VENERAZIONE DELLE IMMAGINI.E TUTTO QUESTO ARDORE PER LA VENERAZIONE E ADORAZIONE DELLE IMMAGINI,PARTI’ DA UNA DONNA,IRENE MADRE DI COSTANTINO VI(La politica di Costantinopoli cambiò quando, dopo la prematura morte di Leone IV (780), divenne reggente del minorenne Costantino VI la madre Irene, favorevole al culto delle immagini, che infine convocò un concilio, riconosciuto come ecumenico. Irene l’Ateniana, che si schierò contro l’iconoclastia(RIFIUTO DELLE IMMAGINI.) e che in seguito, aspirando a regnare da sola sull’Impero, usurperà il trono di Bisanzio facendo accecare e uccidere il figlio.)(CHI ERA IRENE,MADRE DI COSTANTINO VI? Irene prende il potere assoluto su Bisanzio.Nell’ottobre del 796 Costantino VI, all’epoca a Prusa, raggiunse la moglie, che aveva appena partorito un figlio nel Sacro Palazzo di Costantinopoli, lasciando la madre sola e permettendole di ordire una congiura con i principali ufficiali di guardia. Nel marzo del 797 Costantino VI intraprese una spedizione contro gli Arabi; la madre e gli altri congiurati non potevano permettere però che il figlio riguadagnasse popolarità con un successo militare, quindi con intrighi vari fecero in modo che la campagna fallisse.Nel 784 Irene diede inizio al suo piano per abolire l’iconoclastia(RIFIUTO DELLE IMMAGINI.)IRENE ,Convinse il patriarca Paolo a dimettersi (31 agosto 784) e lo sostituì con uno fedele a lei, Tarasio (25 dicembre 784). Appena eletto, il nuovo patriarca iniziò subito a fare i preparativi per un nuovo concilio che avrebbe condannato l’iconoclastia, che si tenne il 31 luglio 786. Tuttavia il Concilio fu sospeso per l’irruzione nella Chiesa dove si teneva il concilio di truppe iconoclaste che, disperdendo l’assemblea riunitosi, rese impossibile lo svolgimento del concilio. Irene non si demoralizzò e, con il pretesto di una guerra contro gli Arabi, inviò le truppe iconoclaste in Asia Minore in modo che non potessero più rovinare i suoi piani, mentre trasferì nella capitale quelle iconodule. Nel 787 dunque si tenne il settimo Concilio Ecumenico a Nicea, che condannò l’iconoclastia.
Nel 787 Irene stipulò un’alleanza con Carlo Magno e progettò il matrimonio tra la figlia di costui, Rotrude, e il proprio figlio, ma il piano fallì e Costantino sposò Maria, la figlia di un piccolo nobile bizantino.).Tra i Padri della Chiesa non vi era unanimità di giudizio sulla liceità o meno della venerazione delle immagini, e nemmeno sullo stesso significato delle parole “venerazione” e “culto”. Il Concilio Quinisesto (691-692) proibì la rappresentazione simbolica di Gesù, la cui figura cominciava ad apparire anche su oggetti che non avevano niente a che fare con il culto e la liturgia, come per esempio sulle monete di Giustiniano II (685-695).Nel corso di una grande riforma della Chiesa imperiale, Leone III (717-741) cercò di eliminare la venerazione delle icone facendo eliminare le icone stesse. Questo suo atteggiamento iconoclasta(rifiuto delle immagini) sollevò la reazione degli iconoduli (favorevoli al culto delle immagini), che ebbe come conseguenza una dura lotta che terminerà solo nell’843. L’imperatore costrinse il Patriarca di Costantinopoli Germano I, che chiedeva una decisione conciliare sul problema, a dare le dimissioni, ed al suo posto nominò Anastasio, che nel 730 firmò il decreto imperiale di abolizione delle icone da tutto l’Impero. Favorevoli alle icone si mostrarono i monaci e il grande teologo Giovanni Damasceno.
I papi di Roma, coinvolti nella questione, si schierarono con il Patriarca Germano contro la politica iconoclasta di Leone III, ma dovettero incassare un duro colpo quando l’imperatore sottrasse al controllo ecclesiastico di Roma l’Italia meridionale e l’Illiria.
Costantino V (740-775), successore di Leone III, continuò la politica iconoclasta(rifiuto delle immagini) del padre, e per conferirle massima autorità, convocò il Concilio di Hieria, nel 754, presso Calcedonia, che condannò il culto delle immagini, perché esso non era solo idolatria, ma vera e propria eresia. Nessuno degli altri patriarcati della cristianità (Roma, Alessandria, Gerusalemme, Antiochia) accettò queste decisioni.
La politica di Costantinopoli cambiò quando, dopo la prematura morte di Leone IV (780), divenne reggente del minorenne Costantino VI la madre Irene, favorevole al culto delle immagini, che infine convocò un concilio, riconosciuto come ecumenico.
Rappresentazione del secondo concilio di Nicea.
Il concilio si riunì, sotto la presidenza del patriarca di Costantinopoli Tarasio, nella chiesa dei Santi Apostoli a Costantinopoli nel 786. La maggior parte dei vescovi presenti era iconoclasta, ed una irruzione dell’esercito nella chiesa, applaudita dai vescovi, costrinse l’assemblea a sciogliersi. Irene allora epurò l’esercito, contrario alle immagini, e per maggiore sicurezza trasferì il concilio a Nicea. Così i lavori ripresero il 28 settembre 787.
Ai lavori presenziarono circa 300 vescovi, tutti appartenenti all’Impero, ed un folto gruppo di monaci ed abati. L’Italia meridionale era rappresentata da una quindicina di vescovi, gli unici che non avevano partecipato negli anni precedenti alle lotte iconoclaste. Il papa di Roma Adriano I inviò due legati, entrambi di nome Pietro. Degli altri patriarcati, Gerusalemme non poté inviare nessuno, mentre ancora oggi gli storici discutono se i rappresentanti di Alessandria e di Antiochia fossero autorizzati dai loro patriarchi rispettivi. A Nicea si tennero sette sedute, mentre l’ultima ebbe luogo a Costantinopoli, nel palazzo imperiale, ove gli imperatori firmarono solennemente gli atti e le decisioni conciliari (23 ottobre 787).
All’inizio del concilio fu letta la lettera del papa Adriano I, che esponeva il punto di vista occidentale a proposito delle immagini sacre. Questa lettera venne applaudita dai padri conciliari. Gli storici fanno notare che gli oppositori al culto delle immagini, che rappresentavano una parte non esigua dell’assemblea, per tutta la durata del concilio non fecero più sentire la propria voce; questo perché all’inizio del concilio, furono posti davanti al scomoda scelta: o continuare nel sostenere l’iconoclastia, e di conseguenza essere deposti dalle loro sedi episcopali, oppure pentirsi, accettare il culto delle immagini, e solo allora potevano partecipare al concilio, conservando però un saggio silenzio.Il concilio arrivò ad una definizione che pose chiarezza nei termini e decise la netta differenza tra venerazione delle immagini, ammessa, e adorazione, assolutamente rifiutata, perché solo Dio può essere adorato. Fu chiarito inoltre che la venerazione delle immagini significa la venerazione delle persone rappresentate e non delle icone materiali in quanto tali.
« …definiamo con ogni rigore e cura che, a somiglianza della raffigurazione della croce preziosa e vivificante, così le venerande e sante immagini, sia dipinte che in mosaico o in qualsiasi altro materiale adatto, debbono essere esposte nelle sante chiese di Dio, sulle sacre suppellettili, sui sacri paramenti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle vie; siano esse l’immagine del signore Dio e salvatore nostro Gesù Cristo, o quella dell’immacolata signora nostra, la santa Madre di Dio, dei santi angeli, di tutti i santi e giusti.
Infatti, quanto più frequentemente queste immagini vengono contemplate, tanto più quelli che le contemplano sono portati al ricordo e al desiderio di ciò che esse rappresentano e a tributare loro, baciandole, rispetto e venerazione. Non si tratta, certo, di una vera adorazione, riservata dalla nostra fede solo alla natura divina, ma di un culto simile a quello che si rende all’immagine della croce preziosa e vivificante, ai santi evangeli e agli altri oggetti sacri, onorandoli con l’offerta di incenso e di lumi secondo il pio uso degli antichi. L’onore reso all’immagine, in realtà, appartiene a colui che vi è rappresentato e chi venera l’immagine, venera la realtà di chi in essa è riprodotto. »E GUARDATE COSTANTINO CHE ERA FAVOREVOLE AL CULTO DELLE IMMAGINI DI CHE PASTA ERA FATTO(VABBE’ CHE TUTTO L’AMBIENTE ERA ABBASTANZA MALSAN,LEGGETE:A contribuire a un calo di popolarità anche tra gli ortodossi, vi fu anche la decisione di divorziare dalla prima moglie per sposare Teodota, che era divenuta la sua amante. Costantino cercò di convincere il Patriarca a concedergli il divorzio sostenendo che la moglie avrebbe tentato di avvelenarlo e mostrandogli un liquido che spacciava per veleno come prova del fatto. Il patriarca però si accorse della falsità dell’accusa e si rifiutò di annullare il matrimonio, minacciando l’Imperatore di scomunica se avesse divorziato e sposato Teodota.[2] Tuttavia Costantino non diede ascolto al patriarca e divorziò da Maria, che venne spedita in un monastero, per poi sposare Teodota (settembre 795). Il patriarca si rifiutò di celebrare il matrimonio, affidando tale compito ad un altro ecclesiastico, ma decise opportunisticamente di non scomunicare il basileus. Il matrimonio di Teodota suscitò soprattutto l’opposizione degli Zeloti, un gruppo monastico radicale, alla quale l’Imperatore reagì con la scomunica dei suoi capi. Gli Zeloti criticarono il Patriarca per il suo atteggiamento opportunistico con Costantino VI, rompendo ogni rapporto con il patriarcato.
Sembra che tutti questi provvedimenti che avevano reso Costantino VI inviso all’opinione pubblica fossero dovuti all’influenza della madre Irene, che aveva fatto in modo, tramite cattivi consigli e intrighi, che il figlio prendesse decisioni impopolari perdendo così l’appoggio di tutti i suoi sostenitori: fu infatti lei a spingere Costantino a ordinare l’accecamento del generale Mosele, provocando la rivolta delle truppe armene di cui sopra; ma fu anche Irene a suggerire al figlio di punire con estrema crudeltà gli zii ribelli, come fu sempre lei a suggerirgli di divorziare per sposare Teodota (damigella d’onore di Irene), rendendolo impopolare anche tra gli Ortodossi.TUTTO CIO’ CHE DIO DICE NELLA SCRITTURA,COSTORO HANNO DISPREZZATO E ANCORA DISPREZZANO E CHIAMANO MALE IL BENE E BENE IL MALE.DOPO AVER LETTO QUESTO,SE IL TUO CUORE E’ SINCERO,CREDI CHE DOVRESTI ABBANDONARE QUESTO PECCATO.CIOE’AVETE CAPITO CHE RAZZA DI PERSONAGGI SONO COLORO CHE HANNO AVVALORATO,L’ADORAZIONE DELLE IMMAGINI?GIUDICATE VOI,E TU,VUOI ANCORA CONTINUARE A DISUBBIDIRE A DIO,PER UBBIDIRE A COSTORO?SCEGLI OGGI CHI VUOI SERVIRE,DIO O L’UOMO;A TE LA SCELTA.https://it.wikipedia.org/wiki/Concilio_di_Nicea_II…https://it.wikipedia.org/wiki/Costantino_VI

COME E’ NATA NELLA “CHIESA”, L’ADORAZIONE E VENERAZIONE DELLE IMMAGINI ,STATUE ECC..CI FU GRANDE LOTTA NELLA CHIESA,TRA CHI NON VOLEVA L’ADORAZIONE E LA VENERAZIONE DELLE IMMAGINI,E TRA CHI VOLEVA L’ADORAZIONE E LA VENERAZIONE DELLE IMMAGINI.ultima modifica: 2016-09-03T15:33:27+02:00da losermanu
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